GLI STRUMENTI DELL’OPERATORE E.SPIR.A.
PERCHÉ E COME UTILIZZIAMO IL PENDOLO O ALTRI STRUMENTI DELLA RADIOESTESIA
Una delle domande che più frequentemente mi sento rivolgere quando devo iniziare un nuovo corso del metodo E.SPIR.A., è se si tratti di un corso di radioestesia, dal momento che facciamo ampio uso del pendolo.
La risposta è sempre un “no” deciso, ma l’argomento merita qualche riflessione in più.
Noi tutti partecipiamo di una doppia natura, quella fisico-sensibile, evidente a chiunque, e quella spirituale-superiore, che si manifesta in modo diretto solo ad una minoranza. Queste due realtà, che a prima vista potremmo ritenere del tutto distinte e indipendenti, ad un’osservazione più attenta e priva di preconcetti risultano interagire in modo continuo e reciproco.
Le manifestazioni dei piani spirituali nel nostro contesto materiale sono rese possibili da quello che usiamo definire “mondo delle energie sottili”. Si badi bene a non attribuire al termine “energia” il senso comune della parola, quello che potremmo leggere su Wikipedia o su un testo di fisica… Si tratta infatti di un termine preso a prestito dalla fisica, e che si presta a descrivere in modo grossolano alcune delle manifestazioni e dei fenomeni di cui parliamo.
Non voglio entrare in un campo di cui non ho padronanza, ma è certo che i fenomeni a cui facciamo riferimento in questo sito hanno come controparte un qualche effetto che si manifesta in questo piano di esistenza sotto forma di fenomeno elettromagnetico. Questo era, almeno inizialmente, il terreno su cui si muoveva Mario Totti, con cui ho avuto il privilegio di poter collaborare per oltre 15 anni, e questo è peraltro l’assunto da cui hanno preso vita molteplici esperienze, sia nel campo esoterico, sia in quello scientifico (pensiamo ad esempio agli esperimenti di Nikola Tesla, Reinhold Voll e tanti altri).
Con tutti i limiti del caso e, quindi, senza la pretesa di poter applicare a questi fenomeni le certezze del paradigma scientifico vigente, possiamo e dobbiamo cercare degli strumenti che portino a manifestazione, nell’uomo e nel suo ambiente, questo continuo scambio di informazione con i piani di esistenza superiori. Questo è precisamente quello che fanno o che cercano di fare da sempre le varie metodologie di confine, quali la kinesiologia, l’elettro-agopuntura o, per l’appunto, la radioestesia.
La radioestesia, in particolare, si propone di “leggere” le manifestazioni energetiche sottili utilizzando la risposta che queste provocano al livello dell’organismo umano dell’operatore, tramite strumenti quali il pendolo, il biotensor o le bacchette, di varia tipologia.
Si badi bene! Parliamo sempre di risposta dell’operatore, e sbaglierebbe di gran lunga chi sperasse di veder muovere un pendolo senza la mediazione del vivo corpo di chi lo maneggia. Il movimento del pendolo si origina qui, dove l’informazione energetica diventa risposta biologica e fisiologica.
Ecco spiegate, in modo molto superficiale, le basi metodologiche della radioestesia. Tuttavia, mentre questa disciplina si preoccupa di interpretare le risposte quali diretta espressione delle energie presenti nell’ambiente, nel metodo E.SPIR.A. ed in altri simili, noi ci limitiamo ad utilizzare il movimento del pendolo come strumento di comunicazione con i Maestri di Luce e con le altre entità con cui abbiamo necessità di interagire. Per loro, è relativamente facile inviarci messaggi per questa via mentre, per noi, è solo questione di acquisire le necessarie capacità per ridurre al minimo le possibili interferenze dell’ambiente e della nostra mente, conscia e inconscia.
Col tempo e con la pratica, alcuni degli operatori E.SPIR.A. più sensibili potranno acquisire la capacità di fare a meno di qualsiasi strumento, o di utilizzarne altri basati sulle più diverse manifestazioni corporee e sensoriali. Altri continueranno invece ad affidarsi al proprio amato pendolo…
Per quella che – comunque – diventerà senz’altro una delle più belle e ricche esperienze comunicative della propria vita!
(Rif.: ESPIRA B032)