NEL LABIRINTO DEL CORPO UMANO
IL LUNGO LAVORO DI RICOSTRUZIONE ENERGETICA DI SANGUE E CUORE
Eccovi, come promesso, la seconda puntata della storia di Arianna (nome di fantasia), la bambina che ho trattato e sto trattando per un problema di diabete. Nel mio articolo precedente ho voluto raccontarvi di come questa vivace e curiosa bimba abbia preso la non comune abitudine di… venire a trovarmi in astrale ogni volta che la sua mamma si reca da me per proseguire il lavoro.
Oggi vedremo invece il medesimo “caso” dal punto di vista operativo e avremo modo di capire – una volta di più – quale meravigliosa, e in un certo senso terribile, complessità si annidi dentro al corpo di quello strano animale che risponde al nome di essere umano.
Sapete bene che non sono medico e che, pur avendo frequentato le sale operatorie in qualità di tecnico addetto alla fotografia durante innumerevoli operazioni chirurgiche, la mia conoscenza dell’anatomia e della fisiologia umana non mi deriva da un curriculum di studi specifici, ma unicamente dalla mia innata capacità di “entrare” nei corpi e di visionarli dall’interno. Ciò è, al tempo stesso, il mio limite e la mia forza: volutamente non chiedo molti dettagli e non approfondisco più di tanto le nozioni medico-scientifiche, affinché possa essere, sotto la guida paziente e autorevole dei Maestri, una testimone libera da pregiudizi e preconcetti.
Quando sono entrata per la prima volta nel corpo di Arianna, pensavo di dovermi focalizzare sul pancreas, data la patologia di cui avevo avuto notizia. Eppure, sono stata subito condotta dalle mie guide in direzione del cuore, dove ho “visto” molto chiaramente un buco che non avrebbe dovuto esserci! Mi hanno mostrato inoltre che il sangue della bambina, dal punto di vista energetico, non le appartiene.
Molte sono le cose che “non mi tornano” in questo quadro e riferisco le mie impressioni alla madre, interrogandola e chiedendo conto di eventuali dettagli che non mi fossero stati comunicati in precedenza.
Vengo allora informata dalla donna – stupita e decisamente emozionata – di tutta una serie di eventi in grado di gettare nuova luce sulla situazione, di cui inizialmente non aveva ritenuto necessario mettermi a parte. La bambina è nata prematura, tra il settimo e l’ottavo mese di gravidanza. È stato necessario procedere a un parto cesareo di emergenza, a seguito di un pesante trauma fisico subito dalla mamma, tale da metterla in pericolo di vita. Alla nascita è stata subito diagnosticata una doppia malformazione cardiaca: un difetto del setto interventricolare (per fortuna risoltosi poi senza intervento umano) e un dotto arterioso pervio, tuttora persistente. Nel periodo della terapia intensiva a cui Arianna deve necessariamente sottostare, viene praticata un’importante trasfusione sanguigna.
Di fronte a un quadro tanto complesso, non posso che affidarmi all’infinita e amorevole benevolenza dei miei Maestri. Da quel primo giorno a oggi il lavoro si è concentrato su due fronti principali.
Da un lato, mi è stato chiaramente mostrato come il sangue ricevuto dalla trasfusione abbia generato una incompatibilità energetica che poteva e doveva essere corretta. Sono quindi andata a “prelevare” (ovviamente, con il suo consenso) l’impronta sanguigna materna per sovrapporla energeticamente, se così possiamo dire, al sangue di Arianna. Questa operazione potrebbe (il condizionale è d’obbligo) portare, col tempo, a un miglioramento del quadro che oggi alimenta il diabete.
Mi era già noto che, con le trasfusioni di sangue, viene in qualche modo compromesso il legame ereditario con la famiglia. Con la mia “trasfusione energetica”, ne restituisco l’appartenenza originaria, partendo dal materiale di uno dei genitori. In questo caso, non sarebbe stato opportuno utilizzare l’energia del padre, dato che questi è a sua volta affetto da alcune patologie), ed è stato provvidenziale poter attingere al patrimonio genetico della madre. Non c’è nessun atteggiamento “sessista” in questa scelta, solo la necessità di scegliere e operare per il massimo bene della progenie.
Dall’altro lato, ho iniziato un paziente lavoro di riduzione energetica del dotto. Soltanto il tempo ci dirà se questa forma di aiuto darà il risultato sperato… ossia un’analoga riduzione anche sul piano fisico, con la possibilità di evitare un’operazione chirurgica invasiva e non priva di rischi.
Per il momento, la famiglia di Arianna è felice del fatto che la bambina abbia dato positivi segnali dopo i primi trattamenti, sia con un miglioramento generale dell’umore e del carattere, sia in base a fattori oggettivi quali il battito cardiaco e la pressione arteriosa.
Attendiamo, fiduciosi ma coi piedi ben piantati per terra, quello che il futuro ci porterà. Il lavoro, nel frattempo, prosegue con nuovi trattamenti.
Nota, per la corretta interpretazione di questo contributo, prendere visione dell’INFORMATIVA
(Rif.: ESPIRA B044)