SUPPORTO ENERGETICO DURANTE UN INTERVENTO CHIRURGICO
UN ESEMPIO DI COME I MAESTRI CI GUIDANO NELLA GESTIONE DEGLI EVENTI SALIENTI DELLA VITA
Conoscete il proverbio: “Il calzolaio gira sempre con le scarpe rotte”? Quanta saggezza nei motti popolari!
Capita così che Nadia abbia trascurato la propria salute e sia dovuta ricorrere al bisturi per far rimuovere un “corpo estraneo”, con annessa cisti, dal pollice della mano destra. Probabilmente, avesse preso in carico precocemente questo fastidioso problemino, l’operazione si sarebbe potuta evitare, ma una volta che la cosa ha messo solide radici nel fisico, i miracoli non si possono fare!
Ovviamente ci sono moltissime cose che un Operatore di Luce (o anche semplicemente chi abbia seguito un corso E.SPIR.A.) può fare, allo scopo di rendere più semplice e sicura quella che, per quanto banale, è pur sempre un’operazione. Mi sono quindi preparata per diversi giorni. Ci sono da “predisporre” i tessuti e le cellule coinvolte ed è utile lavorare sulle varie possibili componenti emotive di ansia e paura… Poi, potendo disporre di una collaborazione esterna, c’è ovviamente molto da fare durante l’operazione, allo scopo di tenere alla larga ogni tipo di interferenza e disturbo.
Un mio collaboratore si è offerto di assistermi. Ci siamo quindi suddivisi i compiti: lui avrebbe dovuto occuparsi di tutte le possibili influenze ambientali esterne, mentre io avrei gestito personalmente (dato che sarei stata cosciente, trattandosi di semplice anestesia locale) il lavoro su me stessa. Questa distribuzione dei compiti non era affatto casuale, dal momento che qualunque operatore E.SPIR.A. può efficacemente lavorare sui fattori esterni, mentre al livello del corpo fisico io mi trovo avvantaggiata grazie al dono della visione corporea interna che, purtroppo, non si può insegnare ma soltanto ricevere.
Dopo aver lasciato il cellulare, diretta verso l’ambulatorio chirurgico, ho perso ogni possibilità di comunicazione con il mio collaboratore, eppure… le nostre meravigliose Guide lo hanno consigliato fantasticamente, di modo che tutto si è svolto al meglio. Quasi tre ore è durato il “black-out” telefonico ma, quando ci siamo potuti consultare a cose finite, è emersa una perfetta sincronizzazione di ogni reciproca attività.
Mentre lui ripuliva tutti i fattori esterni (le persone con cui venivo in contatto, gli strumenti e gli oggetti che venivano utilizzati su di me, l’anestetico…) io lavoravo attivamente non solo allo scopo di minimizzare la componente traumatica ai danni del mio organismo fisico, ma anche per garantire il pieno successo dell’intervento.
C’è un particolare che merita di essere citato. Aperto il dito pollice e rimosso il corpo estraneo (probabilmente una scheggia), essendo “entrata” con la visione interna dentro il mio corpo, mi sono resa conto che il chirurgo sembrava non notare la presenza dell’annessa cisti, che era “scivolata” leggermente in direzione del polso. Pur senza proferire parola (sarebbe stato piuttosto imbarazzante intervenire direttamente in quel frangente) mi sono concentrata affinché qualcuno dell’equipe medica si accorgesse del fatto… il che è avvenuto puntualmente, cosicché il chirurgo ha avuto l’opportunità di allargare leggermente la ferita ed asportare il tutto, da sottoporre ad analisi istologica. Ebbene, esattamente nell’orario in cui questo evento si svolgeva, il mio collaboratore riceveva dall’alto l’indicazione di agire, ed agiva, su una non meglio precisata “situazione particolare” che richiedeva il suo prezioso lavoro.
Bene, eccomi ora a casa mia, un poco stanca e frastornata, ma di certo felice per come tutto si sia svolto in armonia con la Saggezza Universale.
Nota, per la corretta interpretazione di questo contributo, prendere visione dell’INFORMATIVA
(Rif.: ESPIRA B018)